Brano: [...] (Eds. R. Tucker), New York, 1977; Robert Conquest, Il grande terrore. Le “purghe” di Stalin negli anni trenta, Milano, 1970; Robert V. Daniels, The Conscience of thè Revolution. Communist Opposition in Soviet Russia, Cambridge (Massachusetts), 1960; Isaac Deutscher, Il profeta esiliato. Trockii 19291940, Milano, 1965; Isaac Deutscher, Stalin. Una biografia politica, Milano, 1969; Isaac Deutscher, Eretici e rinnegati e altri saggi, Milano, 1970; Milovan Djilas, La nuova classe. Un’analisi del sistema comunista, Bologna, 1957; Jean Elleinstein, Storia del fenomeno staliniano, Roma, 1975; Alexander Erlich, Il dibattito sovietico sull'industrializzazione, 19241928, Bari, 1969; Merle Fainsod, How Russia is Ruled, Cambridge (Massachusetts), 1963; Frederic J. Fleron jr., Soviet Area Studies and thè Social Sciences. Some Methodological Problems in Communist Studies, in “Soviet Studies”, voi. XIX, n. 3; Alexander Gerschenkron, Il problema storico dell'arretratezza economica, Torino, 1965; Thomas T. Hammond, Leni ni st Authoritarianism Before thè Revolution[...]

[...]. Tucker, Stalin il rivoluzionario 18791929, Milano, 1977; Adam

B. Ulam, Lenin e il suo tempo, Firenze, 1967; Adam B. Ulam, Stalin. L’uomo e la sua epoca, Milano, 1973; Theodore H. von Laue, The State and thè Economy, in The Transformation of Russian Society ..., cit.; Predrag Vranicki, Storia del marxismo, (2 voli.), Roma, 1972; Pedrag Vranicki, Marksizam i socijalizam, Zagreb, 1979; Karl A. Wittfogel, Il dispotismo orientale, Firenze, 1968; Milovan Djilas, Conversazioni con Stalin, Milano, 1962; Jean Elleinstein, Stalin, Roma, 1986; Paolo Spriano, I comunisti europei e Stalin, Torino. 1983.

S.Bi.

Stallone, Pietro

N. a Bari il 4.9.1898, m. il 29.9.1976; impiegato postale.

Di famiglia contadina, prese parte alla Prima guerra mondiale, combattendo nel 1917 a Caporetto e poi assegnato al Comando di Armata di Padova. Nel primo dopoguerra, impiegato neH’amministrazione delle poste e iscritto al P.S.I., fu attivo sindacalista. Nel 1922 si staccò dal P.S.I. per aderire al Partito comunista.

Emarginato negli anni del fascismo, dopo il 25[...]

Brano: [...]concessogli dallo stesso Tito, a condizione che si ritirasse a vita strettamente privata. Da quel momento scomparve dalla scena politica.

G.Sco.

Il "pugno d’acciaio" della rivoluzione « Un uomo chiuso, serio e spaventosamente ottuso », così lo ricorderà, parlando con i giornalisti, un comandante partigiano. Altri dirigenti jugoslavi diranno di lui: « Uno stalinista coerente che lottò ferocemente contro Stalin per difendere la Jugoslavia ». Milovan Djilas (v.)t per lunghi anni amico e compagno di Rankovic (ma poi da questi arrestato), lo definirà invece « uomo e comunista coerente, coraggioso e fedele al partito », anche se non fu capace di superare la posizione « dura » per adattarsi ai mutamenti di linea impostisi nel paese.

In realtà Rankovic usò metodi durissimi, paradossalmente “staliniani” nel combattere dopo il 1948 gli stalinisti che, seguendo la direttiva del Cominform, cercavano di far cadere Tito. Come capo della temutissima U.D.B.A. (la polizia politica) arrestò e rinchiuse in un campo di concentramento oltre 50.000 comunisti ch[...]

Brano: [...]che su questa montagna non ci sono più proletari vivi ».

La dottoressa Vera Dedijer, distesa in una barella su una coperta inzuppata di sangue, a Tito che le chiedeva come si sentisse rispose: « Non ho mai pensato che dopo quindici giorni di fame terribile ci potesse essere ancora tanto sangue nel mio corpo ». Poco dopo spirò.

Mentre infuriava la battaglia della Sutjeska, le Brigate e le colonne dei feriti del secondo gruppo, al comando di Milovan Djilas (v.), tentarono invano di ripassare il fiume Tara. I combattenti, per quanto allo stremo delle forze, forse ce l’avrebbero anche fatta, ma gli ospedali in nessun caso. Il fiume era in piena, i pochi ponti si trovavano sotto il tiro del nemico e l’opposta sponda era fortemente presidiata dai tedeschi. Gli ospedali erano fermi sul monte Piva in attesa che si aprisse un varco.

Scriverà Tito: « Quel giorni furono i più difficili della mia vita, semplicemente non sapevo come avrei fatto per salvare i feriti. I tedeschi ci avevano stretto in una morsa d’acciaio. Tutti i feriti si trovavano sulla[...]

Brano: [...]egnò il riavvicinamento dei paesi dell’Est alla Jugoslavia e l'inizio di una collaborazione « su piede di uguaglianza, basata sulla non interferenza negli affari interni, suH'indipendenza e sull’autonomia ». Nell’aprile 1956 fu anche sciolto il Cominform.

Sul piano interno Tito dovette affrontare grandi difficoltà sorte sul cammino del socialismo autogestionario, con opposizioni nello stesso vertice dello Stato e del partito, rappresentate da Milovan Djilas (v.) e da Aleksandar Rankovic (v.), fino al tentativo controrivoluzionario del movimento nazionalistico croato degli anni 19671973.

Nei confronti dell’Italia Tito condusse una politica diretta a superare i risentimenti e le remore del passato, politica che portò alla visita ufficiale del presidente Saragat a Belgrado (ottobre 1969), alla visita dello stesso Tito nel marzo 1971 a Roma (dove si incontrò anche con il papa) e agli “Accordi di Osimo” del 1975 che risolsero la questione dei confini tra i due paesi (v. Istria), inaugurando la politica della “frontiera aperta”, di una intensa coll[...]